Ciao e ben ritrovati in Altrociclismo.
Qui troverete farneticazioni sul mondo del ciclismo amatoriale, sulla mobilità ciclistica, sul cicloturismo e affini.
Andata gravel e ritorno da goduria!
Uscita di sabato, breve, intensa, sufficiente ad accontentarmi.
Giornata uggiosa che preannunciava le copiose piogge che stanno ancora scendendo. Nessuna voglia di pensare dove andare, nessuna programmazione, solo un paio d’ore di tempo a disposizione per girar le gambe.
Prima cosa da fare: sostituire i pedali gravel/mtb con quelli stradali. Ebbene si, da quella MiAMi di novembre avevo ancora montati i Cranck Brothers che mi costringevano ad indossare le Giro, quelle con i lacci da figo. Non le ho mai sopportate, scarponi montanari, tanto meno il finto click dei pedalini fuoristrada. Prendo la brugolona, colpo secco verso il tubo obliquo, via il primo pedale, via il secondo. Guardo la bici e finalmente la riconosco. Ammetto di essere feticista su questo aspetto e il solo click dell’aggancio mi fa star meglio, mi fa sentire già più in forma. Come detto, non ho voglia di pensare al percorso ma di pedalare, di stare li con le gambe che girano in attesa di una brillante idea da acciuffare mentre avanzo verso un punto di svolta.
Inforco la ciclabile verso Padova. Ho poco più di venti chilometri dritti dritti prima di voltare le spalle alla città del Santo e tornare verso l’orizzonte mosso dei Colli Euganei.
Vento di tre quarti contrario, vado agile e non bado molto alla velocità. Le gambe girano bene per quanto possano fare senza uno straccio d’allenamento. Mi sento stranamente bene in sella e per questo do il merito allo yoga. Ho ripreso da poco più di un mese, sei giorni su sette. Prendetela come volete questa news, ditemi frikkettone, ditemi quello che volete, ma provate, provate anche voi la pratica. L’unica regola da rispettare e quella di rispettarsi.
L’ora è quella post prandiale, incontro vaghi ciclisti e sparuti gravellisti. Arrivo a Padova e la questione è: torno per l’argine con il brecciolino e un po' di brutto asfalto o vado per la strada statale simulando il “gruppone” con l’effetto scia delle macchine?
Fuck the gravel side!
Mi lancio in statale e via con il gioco delle scie! Mi metto più volte in posizione bassa, guardo il contachilometri e mi compiaccio della falsa velocità. Mi tornano in mente quelle sere di ritorno da Venezia. Ponte della libertà a tutta over 40Km/h e sguardo al KOM, poi il districarsi nell’ingarbugliata Marghera, Nave de Vero, sottopasso e via per la riviera del Brenta. Mira arrivava in un attimo e da li all’argine dello scaricatore che si stava trasformando in ciclabile sfidando i canottieri padovani che remavano ritmati con la corrente. E poi l’ultimo svincolo del Bassanello e il lungo rettifilo fino alla sagoma smozzata del monte della Rocca di Monselice. Lì a tutta con la speranza di trovare un gruppetto in allenamento al quale agganciarsi.
Vabbè, ricordi lontani, ma quelle velocità attuali verso gli anta mi generano un sorriso infantile di tempi che non torneranno. Buone idee ne sono arrivate, ma non le ricordo.
NEWS
Settimana del gravel professionistico con la prima prova delle GWS… No scusate ho sbagliato, volevo parlarvi delle Strade Bianche che tornerà domani tra gli sterrati senesi. Percorso allungato over duecento chilometri. Fattore necessario (immagino) per far rientrare la classica non classica, tra le classiche del ciclismo mondiale. Ma la cito solamente per dire come ancora una volta il marketing ci mostra quello che vuole quando vuole e come vuole.
💸💸💸 SCHEI…
Forse qualcosa sta cambiando.
Campagnolo lancia un nuovo gruppo gravel economico (si bè relativamente). Cosa voglia dire tutto questo? Forse le vendite iniziano a dire che la gente non è più tanto propensa a spendere TROPPO per una bici?
Sulla scia del spendiamo meno, è stato lanciato un portale che tanto assomiglia ai gruppi di acquisto solidale. In pratica più acquirenti si mettono in comunità per strappare prezzi vantaggiosi su quel determinato prodotto, bici in questo caso.
Attualmente è funzionante in USA e UK. Dimenticavo, il portale si chiama ZEEDA.
Bici da Strada indica sette cose da cambiare nel mondo della vendita delle bici per un cambio di rotta. Alcune azioni concrete, altre considerazioni di buon senso.
1)Bici e componenti più duraturi 2)Opzione solo telaio più frequente 3)Bici e componenti riparabili 4)Usato ritirato dal venditore 5)Noleggio a lungo termine e bici media gamma più abbordabili 6)Giovani senza soldi 7)Alta gamma anche no.
BIKE & TECH
Ve la riporto perché è bella e forse manco tanto costosa (telaio sui 1000 euri). Nuova 8bar KRONPRINZ Aluminium V3 Road Bike
Talfin continua a proporre nuove soluzioni che cercano di unire i punti di forza del bikepacking con i punti di forza del classico cicloturismo.
Panaracer dice di aver fatto il copertone gravel più veloce di sempre…
FACCIAMO NUOVI AMICI
Dopo averlo letto per curiosità, mi son chiesto perché un giornale stimato e apprezzato debba proporre un articolo del genere. MACHISSENE o no?
Badate bene che non mi schiero nella folta rappresentanza degli haters del ciclista romano, dico solo che è inutile (forse come queste parole). Gossip ciclistico? Che poi il motto…mi par pure grammaticalmente scorretto, ma forse è sotto licenza poetica.
Il questionario cicloproustiano di Omar Di Felice
FOTO
Per chi sta nell’ovest italico, segnalo una mostra fotografica sullo sport. Mostra monografica di Massimo Lovati. Non ci sarà ciclismo, ma pur sempre emozioni sportive!
Fujifilm ha finalmente rilasciato la sesta versione della tanto desiderata Fuji X100.
Ve ne parlo perché potrebbe essere la compagna perfetta per gli amanti delle foto durante i vostri viaggi ciclistici. Si tratta di una compatta con obiettivo fisso su sensore APS-C. L’obiettivo è un 23mm f2. Costicchia, ma potrebbe essere vista come investimento, visto che il precedente modello ha avuto una rivalutazione straordinaria con l’usato che costava più dell’introvabile nuovo.
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