Ciao e ben ritrovati in Altrociclismo.
Qui troverete farneticazioni sul mondo del ciclismo amatoriale, sulla mobilità ciclistica, sul cicloturismo e affini.
Sarò passato lì decine di volte
Ho scoperto una nuova dimensione ciclistica.
Sono uscito nuovamente in cerca di chilometri, pochi, sempre pochi, ma meglio di niente: che gioia! Spesso esco ascoltando podcast ma questo giro mi sono ricordato di avere un lungo messaggio vocale da ascoltare. Mi sono riciclato in ciclabile per correre meno rischi, tanto il lavoro di forza l’avevo già fatto… Al che m’ascolto il vocale e tolto il guanto dalla mano destra, riesco incredibilmente ad attivare il messaggio vocale senza dover tener premuto il microfonino, per lanciare il mio messaggio. Pedalo, parlo, guardo senza rendermi conto della strada che scorre, impegnando tutto il mio cervello tra l’organizzare pensieri sensati e il continuare quel moto perpetuo ciclistico. Dimensione nuova che in qualche modo mi fa apprezzare quest’uscita strappata alla frenesia del giorno prefestivo. Parlo, blatero, pedalo, metto il telefono nel taschino e guarda un pò quegli alberi piegati a mo di inchino verso lo scorrere delle acque.
Vorresti dirmi che mai ti eri accorto di questa quinta chinata che crea un tunnel naturale? No non me n’ero mai accorto.
Tanto meno di quei quattro gendarmi, platani pure loro ma diritti impettiti che con fare ruvido guardano le colleghe “albare” dell’altra sponda allungare i propri rami quasi a cercare un contatto. Ma miei cari alberi e albare non fidatevi di quel tranquillo e sinuoso canale che impettiti sorvegliate e che gentilmente riverite. Si ingrossa rapidamente e il suo fluire è sempre secondario alle voglie delle acque vicentine che prima si separano per bagnare il perimetro euganeo per poi confluire sotto quell’arco di mezzo. Vi dico di non fidarvi perché quel canale l’abbiamo fatto noi per scolare le acque da questa zona di bassa, ma come dire, ora come ora risulta un pò sottostimato rispetto alle praterie di cemento che crescono qui attorno.
Con le ultime piogge s’è ammalato pesantemente. Le acque lo hanno scarnificato rosicchiandogli le sponde fortunatamente incassate. Non ci resta che sperare in vecchie perturbazioni primaverili.
Ho finalmente visto cose nuove lungo un percorso vecchio.
CRITICAL MASS - SOCIAL RIDE
Sempre più Social Ride!
Ma cosa sono queste social ride, da dove arrivano e perché ce ne sono sempre di più?
La storia è breve ma intensa. Partono (critical mass) nel 1992 a San Francisco dalla necessità sociale di trovare un’alternativa alla desolante vita passata in auto nelle interminabili ore in coda. Una spinta dal basso senza leader e appartenenza politica decise di riprendersi lo spazio pubblico e un certo grado di libertà rubato dall’apparente unico modello di vita e sviluppo. Da quel 1992 ogni mese si ritrovano per diventare traffico. Dal 2001 a Milano succede la stessa cosa. Ciclisti autonomi si ritrovano indipendentemente per diventare traffico, riprendersi il proprio spazio urbano e testimoniare il cambiamento.
Bene, detto questo, cosa centrano le critical mass con le social ride? In prima battuta l’atto sociale del pedalare in comunità per uno scopo alto, politico e di cambiamento, potrebbe creare un ponte tra le due cose. In realtà invece, le social ride potrebbero essere “per assurdo” l’aspetto liberista delle critical mass. Tutti gli aspetti valoriali del movimento nato sotto il Golden Gate e portati avanti dalle altre critical mass, vengono spogliati da un uso pro domo sua dalla social ride di turno. Insomma, le social ride sono il punto di accesso più facile e deregolarizzato per creare un evento ciclistico. Nessuna norma le difende, quindi nessun vincolo costringe l’organizzatore. Nessuno scopo apparente, quindi tutti gli scopi vanno bene: dall’assaggio del salame casereccio alla difesa dell’area umida picchio picchio. Ecco il perché dell’infestazione di social ride, ecco perchè ora come ora qui in Italia come nel resto del mondo, le social ride imperversano. La barriera della quota di partecipazione non c’è visto che nella maggioranza dei casi sono gratuite, offerte da quel brand piuttosto che da quel negozio, o da quell’organizzatore che sfrutta l’occasione per creare un “movimento social” che poi si spera arrivi anche all’evento ciclistico, quello si a pagamento. Insomma l’evento social ride come un esempio pratico reale di landing page con un meraviglioso FUNNEL trasposto dallo schermo alla strada (Il Funnel (noto anche come sales funnel o marketing funnel) è il processo attraverso il quale le aziende guidano i clienti nell’acquisto dei prodotti. https://www.studiosamo.it/glossario/funnel/).
E come spesso accade il diffondersi di una pratica, che in se non ha nulla di male (persone che pedalano insieme), trasforma i valori delle parole per creare spazi ambigui di validità. Quel “social”, dovrebbe significare sociale, comunità, vita in comunità, condivisione di valori, ma capite bene che tutto questo può essere travisato e trasposto nell’altra vita parallela che sta dentro ai nostri smartphone. Il gioco è fatto. Quella social ride, è l’evento perfetto per mettere a tacere i nostri sensi di colpa sociali, abbeverare l’assetato senso di FOMO (Fear Of Missing Out), allargare la base della community dell’organizzatore, e creare enormi quantità di contenuti da riversare nella vita sociale parallela.
A si poi, il salame l’ho pure mangiato e ho pure difeso l’area umida picchio picchio.
https://www.brown.edu/Departments/Joukowsky_Institute/courses/13things/7081.html
https://www.sfcriticalmass.org/faq/
https://squame.it/blogs/le-nostre-storie/come-e-nato-il-format-social-ride
https://www.veneto-go.com/it/evento/socialride/
NEWS
Un articolo in linea con le riflessioni di qualche riga fa. Arriva dal mondo outdoor, nostro parente e totalmente trasportabile nel nostro contesto a due ruote
Sempre difficile fare un passo in avanti in questo paese.
Per i feticisti dell’acciaio, sperando che non strappino le tende per la forcella in carbonio su una Pegoretti…
Interessante articolo su quanto la tecnologia stia pesando sul comparto bici, su quanto sia innovazione…o no…
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