Altrociclismo #68
Piccoli pensieri ciclistici e qualche news tra tracollo del mercato e simpatiche riflessioni.
Ciao e ben ritrovati in Altrociclismo numero sessantotto e a due passi dal biennale.
Qui troverete farneticazioni sul mondo del ciclismo amatoriale, sulla mobilità ciclistica, sul cicloturismo e affini.
Ho oltrepassato il limite del senso di colpa.
Questa fase vitale continua ad essere fuori da quegli schemi che in qualche modo regolavano la gestione delle energie e delle attività. Per quanto sia anarchico e allergico alle rigidità, mi ritengo ugualmente abitudinario e questa newsletter rientrava in una qualche sorta di abitudine. Abitudine allo scrivere, al rimanere aggiornati, a far frullare il cervello in cerca di significati.
E allora con quell’iniziale senso di colpa per esser in ritardo nel richiamare quel vecchio amico che tanto vorresti rivedere, vi lascio piccole storie a pedali, piccoli spaccati del ciclismo che ci piace, o per lo meno mi piace, da prendere come uno stacco dalla frenesia quotidiana.
Non tutto deve per forza avere un senso ed uno scopo se non quello del piacere di rivivere situazioni vissute o far viaggiare la fantasia attraverso le righe che troverete qui sotto.
In fondo qualche notizia c’è e quindi se non volete dedicare 5 minuti di attenzione alle piccole storie a pedali, saltate alla fine di questa newsletter!
I segreti della straordinaria forma di Pogacar…
Saranno passati sicuramente più di 10gg dall’ultima uscita e nel mezzo due weekend ciclistici con duplice doppietta. Ho applicato la strategia dell’Interval Training così strutturato: mattina del sabato con sessione di taglio erba con richiami di decespugliatore seguita da due ore di bici nel primo pomeriggio; mattina di domenica dedicata al lungo in bici, generalmente 5-10km in più del sabato seguito dal lungo di taglio erba. Vedete, se vorrete utilizzare questa metodologia, l’importante è svolgere le due sessioni di bici entro le 24h e variare le sessioni di giardinaggio con rinforzo della parte alta attraverso il decespugliatore o la potatura di ulivi con sega a mano. Per tabelle precise, contattatemi in DM… In tutto questo sono pure tornato a fare il giro classico dei Colli Euganei e inserito altre salitelle; pazzesco. Ma ho ancora i peli, quelli è ancora prematura rasarli perchè da anni mi sono autoimposto un limite tra gamba depilata seria e peli rasati per bullarsi: giro dei Colli in solitaria sotto le due è il limite minimo per accedere ai super poteri della gamba depilata.
I ciclisti che salutano!
Ma di una cosa sono stato sorpreso. C’è stato un giorno, mi pare il sabato del primo weekend dove con tutti i ciclisti incrociati mi sono scambiato un saluto. Ad un certo punto non volevo crederci: ma che è?! Che succede??? Tutti che salutano??? E badate bene che erano miei pari, ossia ciclisti, intendo quelli con le ruote sottili! Ero veramente sorpreso e ricordo di esser rientrato a casa con il sorriso. Sarà cosa da poco ma solo qualche anno fa era impensabile una cosa del genere. Generalmente il motto vincente era “muso duro, baretta fraccà” ma sabato scorso, caspita, tutti che accennavano il saluto col capo o alzavano la mano in segno di rispetto e amicizia. Che bello no? In fondo ci vuole poco per volgersi con spirito diverso. Poi certo, arrivano i polpaccioni…
2024 ancora polpaccioni
Poi altre piccolezze che non vi racconto, tipo che ho beccato un gruppetto da rapportone. Sapete quei gruppetti spesso ridotti dove il 90% ha polpacci fuori dalla media, addome prominente e chilometraggi annuali da giro del mondo; ecco quel tipo che mena sempre almeno sopra i 35. Fatalità quel giorno ero senza garmin ma dal ritmo pedalata e dai rapporti che ero costretto ad usare si viaggiava belli sostenuti. E poi quello più scaltro si allarga e fa il buco come per dire: che non pensi che tiriamo solo noi! Ma brutto pirlotto, mica siamo in gara! Mi avete preso voi, io ho avuto l’incoscienza di attaccarmi…che minchia e minchia vuoi??? Poi fa lo scattino e si rimette in testa: brutto pirla.
Gravellisti DOCG vs Ciclista dalle scarpe rotte
Alla strettoia il semaforo è rosso. Arrivo rallentando e raggiungo due gravellisti già in sosta. Uno più old stile, forse bici in acciaio, manubrio woodchipper extra large, di quelli da cartello “carichi sporgenti”, pantaloncino 3/4 con polpaccio tiratissimo su scarpette lucide. A ruota gravellista 4.0 con 3T exploro stracicciociccio cambio wifi, borraccia in tono, polpacci tatuati e completino sartoriale. Verde: scattano come Bagnaia e Marquez al 3,2,1 di Guido Meda. Che faccio? Li lascio andare, secondo voi? Io che in bici, oltre a bracc, faccio “Il GHIGNO” li lascio andare? Sbuffo sorridendo, butto giù due denti e via. 4.0 ripreso che a sua volta mi riporta sotto al carichi sporgenti che dopo poco finisce la verve. Il 4.0 in versione road con coperture smilze e scorrevoli accelera e io dietro. Ho inserito il cruise control, quello adattativo che mi permette di stare a pochi cm dal copertone del 4.0 e vecchio mio a meno che tu non sia Van Der Poel, su questo tratto non mi stacchi. Lui ci prova, lo vedo che lo infastidisco e scusami ma mi diverto troppo. Ti volti a guardare alzando la testa girandoti verso sinistra, mentre io sono tutto a destra e basterebbe un’occhiata tra le braccia allungando lo sguardo sotto l’ascella per vedere dove sta la mia ruota anteriore. Fa nulla, imparerai! Ti alzi di sella quando non serve, cerchi l’allungo dove non potrai allungare e sei fortunato che posso solo spingere sui pedali, perchè se iniziassi a tirare, rischierei di rimanere con metà scarpetta (che ho appena incollato) attaccata ai pedali. A me sta bene così perché dopo un giro in solitaria, un pò di velocità dietro “motore” va benissimo! Mi diverto con poco!
La bicicletta che ci porta le idee
Ma a parte gli scherzi la più bella cosa accorsa in questi dieci giorni mi è capitata un venerdì con l’aria tiepida. “Forza bimbe, vi porto in bici” Salti di esultanza, pompate alle ruote e via verso il centro tutti in bici. Mi ritrovo sulla bici (quella da corsa) con i jeans, uno zainetto con dentro un libro e mezz’ora di tempo prima che Arianna finisca la sua lezione. Lascio il libro nello zaino decidendo di sfruttare questi scarsi trenta minuti per farmi portare dalla bici in un luogo che deciderà lei. Pedalo accarezzando la catena, alleggerendo appena la strada sale e sfruttando la discesa finché la gravità me lo consente. Giro attorno questo colle del sud Euganeo e decido di tornare in un luogo dove ho lasciato un’idea. L’idea è ancora li. Ora per arrivarci vi è una sbarra da oltrepassare clandestinamente, ma l’idea mi attira e appena arrivo mi ricompare davanti agli occhi. Quella maledetta fantastica luce di un imbrunire primaverile fa il suo sporco lavoro e maledico questo insulso paese che non sfrutta quello che potrebbe sfruttare, a costo quasi zero, per farsi bello e imprimere nelle nostre menti bacate un cambiamento. Un buco, un mozzone di colle masticato e sputato in sacchi di cemento per impiallacciare di finto modernismo questo Veneto, potrebbe diventare luogo di rispetto per la geologia che ha generato questi bubboni verdi, luogo di divertimento, di aria nuova, di allenamento in un luogo sicuro, di tutte quelle cose che la fantasia potrebbe realizzare insieme ad una sana visione tra ambiente, sport ed educazione. E invece quella idea e tutte quelle che potrebbero nascere sono chiuse da una sbarra che dice vietato l’ingresso in questo luogo di proprietà di qualcuno che arricchitosi con la “nostra” calce abiterà ad anni luce da qui.
Ho scavalcato nuovamente quella sbarra per tornare da Arianna con il sorriso perché quell’idea frulla ancora in me e perché quel sole tra le piante, riscoperto attraverso la bici che mi ci ha portato, non può che essere segno di speranza.
NEWS
Non posso che iniziare questo breve elenco news con un link giratomi da Armando sulla petizione per chiedere al governo una sostanziale revisione delle modifiche al codice della strada. Il movimento è guidato in primis dal fratello del compiato Michele Scarponi che tanto si sta battendo per quei famosi 150cm di rispetto.
Presentati i dati di vendita bici in Italia. Se fossero altri settori, altri fattori e non chi interessato agli affari a presentare i dati, si parlerebbe di disastro (-24% per le bici, -19% per i mezzi con la batteria), invece si sforzano di guardare il bicchiere mezzo pieno ripiegando sui dati pre covid del 2019. Confronto a mio avviso da non fare perchè appartenente ad un’altra era, pre incentivi, pre tutto, dove peraltro il mercato delle cose elettriche non era così pompato come ora.
Nuovo tools da parte di Crankbrothers, sempre utile
📍📍📍 Super articolo di Benzina Zero!… AMEN!!!
Bella lettura sempre tra l’ironico e il divertente.
Rimanendo in casa del ciclista indipendente, analisi dell’aerodinamica per noi poveracci. I minimi vantaggi ci sono anche alle nostre basse andature ma arrivando al “conto della serva” ci si accorge che per avere un soffio di vantaggio bisognerebbe sborsare migliaia di euro. E’ un pò quello che succede con molti concetti scientifici validissimi nel contesto bibliografico che applicati alla realtà si rilevano poco più che buchi nell’acqua.
E poi di quante bici avremmo veramente bisogno?
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