Che bici per un'avventura race bikepacking? Analisi dei RIGS Atlas Mountain Race 2022/2023
Come saprete, da poco si è conclusa l’edizione 2023 dell’Atlas Mountain Race (ne avevo già parlato in una scorsa NL) e come ogni santo evento bikepacking sul sito bikepacking.com pubblicano un articolo con bici ed equipaggiamento dei partecipanti (non tutti a dire il vero). Chi non ha mai perso tempo a scrollare questi articoli spinto dalla curiosità di vedere le bici più brutte del mondo? Se non lo avete mai fatto, vi consiglio vivamente di farlo! Si incontrano trasformazioni genetiche degne di nota. Bici nate per volare, si trovano adattate alla pesca subacquea, agghindate da borse multicolori con manubri che manco i mustache del circense presentatore.
Vabbè, vi spiego cosa mi sono messo in testa di fare.
Mi interessano i dati per confermare o meno le sensazioni.
Nelle descrizioni e nelle foto delle bici/equipaggiamenti vi sono un sacco di informazioni sulla tipologia di bici, su ruote utilizzate, sui setup delle borse etcc e allora ho preso un candido foglio di lavoro e ci ho schiaffato dentro tutti i dati che riuscivo a carpire. Il tutto fatto sia per l’edizione 2022 che per la 2023. Per scoprire i trend serve un pò di storicità…
Volevo capire se queste benedette gravel vengono veramente usate per l’avventura o se sono solo un nuovo giochetto al posto cella mazza fa golf! Dai andiamo piano, l’Atlas Mountain Race non è forse il terreno ideale per una gravel, ma un piccolo segnale c’è e lo vedremo tra pochissimo. Oltre al tipo di bici mi interessava ricavare un pò di statistiche su uno degli eventi più cool del panorama bikepacking internazionale.
Chi partecipa a questi eventi? (Chi che ga schei… 😂)
I partecipanti arrivano da tutto il mondo con una grossissima fetta di europei, UK e teutonici prima di tutti con una buona dose di italiani: la classica barzelletta…c’erano un italiano, un inglese e un tedesco…
Ma essendo trasferte impegnative e facoltose, chi mai si iscrive a cotanti eventi?
L’età media dell’edizione 2022 era di 35 anni, mentre quella 2023 è salita a 40. Non sono riuscito a trovare dati relativi all’ISEE, quindi è presumibile che siano tutti spinti da fortissima passione. Scherzo ovviamente, ci andrei di corsa pure io!
Le statistiche le ho calcolate partendo da questi due articoli che non riportano la totalità degli iscritti, ma credo siano comunque un campione più che attendibile.
Passati i controlli sul passaporto, andiamo a vedere con che bici decidono di affrontare le ostiche salite dell’Atlante. Per le precedenti e successive statistiche i dati si riferiscono a 65 partecipanti nel 2022, e a 104 nel 2023 quindi il dato sul numero totale della tipologia di bici è relativo, mentre è più significativa la variazione percentuale tra un anno e l’altro. Ebbene, in rapporto al numero di “iscritti” la presenza di gravel totale sommando le classiche gravel con quelle ammortizzate è calata di 8.6 punti percentuali, la classica MTB rigida è calata del 13.8, mentre le front e le full sono aumentate rispettivamente del 14.4% e 8.1%. Se aggiungete a questo il fatto che nel 2023 vi erano presenti 7 Salsa Cutthroat che si è vero, ha la piega classica gravel, ma realisticamente si avvicina più ad una MTB, la presenza di gravel classiche si riduce di molto.
Le bici sono state individuate attraverso il mio sguardo attento e dopo numerosi interpelli sono state classificate nelle classi che vedete qui sopra. Per gravel front intendo quei miscugli genetici che vedono una bici con la piega gravel/strada e una forcella con i mollettoni sottostante. Per le altre classi non credo vi sia bisogno di spiegazioni. Non ho riportato single speed perché rarissime.
VEDRAI QUANDO TI SI SPACCHERA’ IL TELAIO IN MEZZO AL DESERTO!!! SAPPI CHE L’ACCIAIO SI AGGIUSTA SEMPRE!!!
Mosso da questo incubo ricorrente sono andato a vedere i materiali costituenti i telai presenti alla AMR. E insomma, l’incubo sembra essere abbastanza comune, anche se il 53% delle bici è spudoratamente in carbonio, mentre il 28% è in acciaio (sommando tutto acciaio e acciaio/carbonio), il titanio totale è circa il 10%, mentre l’alluminio si ferma all’8%. PS: per acciaio/carbonio intendo le bici rigide con telaio in acciaio e forcella rigida in carbonio, idem per il titanio e alluminio. Questi dati si riferiscono al totale 2022+2023.
Considerando sempre il totale delle due edizioni, mi interessava vedere quanti e quali marchi fossero più presenti di altri. Il grafico rispecchia abbastanza fedelmente l’andamento del mercato generale con i grandi brand che ovviamente capeggiano anche in questo settore. Salsa capeggia tra i big e anche Surly si fa notare, mentre la maggioranza sono bici customizzate, artigianali, fatte ad hoc. Su 169 bici individuate i marchi rappresentati sono ben 73, vuol dire che quasi una bici su due è di fattura artigianale.
Altro componente considerato è stato il manubrio. Qui non sempre è stato semplice individuare che tipo di manubrio fosse montato e quindi datemi un pò il beneficio del dubbio. Non ho annotato tutte le varianti delle sottovarianti dei manubri gravellistici e tourer, ma ho semplicemente diviso il mucchio in: flat per il classico manubrio mtb, gravel per il classico munubrio gravel/corsa con l’aggiunta sia per il primo che per il secondo dell’opzione aero.
Un altra variante del tutto scomparsa dalla scena ciclistica avventurosa è la ruota da 27,5 presente in pochissime occasioni e per questo non conteggiata. Sul totale di 170 equipaggi ne ho individuate con certezza 7, il resto ovviamente il classico 29 o 700.
Ho raccolto info anche sulle coperture e in questo settore vi è un vincitore senza eguali: Vittora Mezcal da 2.25 o più raramente 2.35. Da tener presente che non sempre questa informazione era presente nelle descrizioni degli equipaggi, ma la statistica è inequivocabile.
Tema borse. Qui se ne vedono di tutti i tipi. Generalmente il setup standard è quello più utilizzato e per standard intendo: borsa sotto sella, borsa manubrio, borsa telaio. Molto presente la frame bag totale (45 biker su 104 nell’edizione 2023) che riempie tutto il triangolo principale e il più delle volte è una borsa fatta su misura. Altro punto interessante è la crescita della presenza di portapacchi rigidi tipi Tailfin. Nel 2022 ne erano presenti 6 mentre nel 2023 ben 17 biker hanno adottato questo sistema ibrido di bikepacking. Nulla si può dire sui volumi bagagli ancorati alle bici, visto che come spesso accade, vi è eterogeneità totale: dal minimalista con pochissimi litri a disposizione per indumenti e vari kit a chi decide di portarsi la casa.
Per quanto riguarda il sistema di illuminazione, 44 su 104 adottano il sistema a dinano sul mozzo.
E quindi?
Quindi la bici che vedete qui sopra è arrivata sesta nell’edizione 2023. I più attenti osservatori leggeranno Rockrider ovvero Decathlon…TIE’ Nastro isolante a profusione, borse quelle che ho in garage e via che si va! Chi ha cavalcato questo mezzo è un ragazzo francese, Yoan Dercourt.
Quindi, collegandomi all’articolo dal titolo “perchè gravel a tutti i costi” pubblicato su bikepacking.it la mania gravel si sta un pò, forse, rimpicciolendo. E mò vi spiego il perchè, almeno dal mio punto di vista. Chi ha avuto più bici in garage e poi, per sensi di colpa, follia o altre motivazioni che rientrano nel campo della psicoanalisi, ha venduto il parco bici per la bici “totale” sa benissimo che ogni volta che monta sulla bici “totale” rimpiange una delle sue precedenti bici. Perchè è matematico che quello che va mediamente bene per tutto, non può andare benissimo per quella specifica cosa. Benissimo l’arginone padano con il brecciolino levigato, va bene gravel club che con manico porta la gravel in ogni dove, ma poi se mi devo avventurare in qualcosa di specifico, mi conviene il mezzo più adatto. Ripeto, AMR forse non è il banco di prova più giusto, ma il trend è chiaro. E fidatevi che finiti gli sterratini attorno a casa…l’usato ne sarà pieno perchè non serve un mezzo per far nascere la voglia di scoperta, avventura etcc… serve la cultura, si quella cosa scomparsa!